Il Conte Friedrich von Meerheimb elargì al D.Ö.A.V. (Deutsch-Österreichischer Alpenverein – il CAI tedesco e austriaco - a quel tempo Cortina apparteneva all'Impero Asburgico) il denaro necessario per la costruzione di un edificio in pietra sul Nuvolau a 2575 m di altitudine. La realizzazione di questo rifugio alpino fu affidata dal D.Ö.A.V. alla sezione Ampezzo.
L'11 agosto 1883 il rifugio venne ufficialmente inaugurato.
In segno di gratitudine per la generosa donazione, gli Ampezzani gli dettero il nome Sachsendank-Hütte, che in tedesco significa appunto "il rifugio del ringraziamento del Sassone".
Nel 1896 il rifugio venne ampliato.
Dopo l'entrata in guerra dell'Italia nel maggio 1915, il rifugio venne utilizzato come osservatorio dall'artiglieria italiana, motivo per cui fu preso di mira dall’artiglieria nemica e gravemente danneggiato.
Nel 1918, dopo la sconfitta della monarchia asburgica, la regione fu assegnata al Regno d'Italia e il rifugio Sachsendank-Hütte affidato alla sezione Cortina d’Ampezzo del CAI, che tra il 1928 e il 1929 lo ricostruì e lo riaprì nel 1930 come Rifugio Nuvolau.
Il rifugio appartiene tuttora alla sezione Cortina d'Ampezzo del CAI, che lo ha ampliato nel 1930 e nel 1970.
Dal 1973 il Rifugio Nuvolau viene gestito da Mansueto Siorpaes affiancato dalla sua famiglia.
Nonostante gli ampliamenti necessari, il CAI ha saputo mantenere l'atmosfera originale dei rifugi alpini del passato.
Il Nuvolau non è una cima ardita, ma sulle pareti che guardano verso il Passo Giau ci sono moltissime vie di concezione moderna.
Fra le imprese della prima generazione di alpinisti con appoggio al rifugio Sachsendank-Hütte, possiamo annoverare il camino sud della Gusela, scalato nel 1899 dalle sorelle Schmitt con le guide Angelo Maioni e Angelo Gaspari.
Ancora oggi questo “nido d'aquila” costruito sulla cima di un monte, è uno dei ricoveri alpini più apprezzati delle Dolomiti.